Sbam!
La primissima reazione è stata rilasciare i muscoli della vescica e pisciarmi addosso. Tanto ormai...
Poi le mani tremano, salivazione zero, sudore a spruzzi intermittenti tipo gettini da giardino, aerofagia, caduta di capelli e caduta delle sopracciglia, conati di vomito al sapore di gran marnier, elettroencefalogramma sussultorio.
Come faccio a lasciarvi, o fedelissimi?
Facendo due conti, così, a freddo:
6 mesi sono minimo minimo (30 per 6 che fa) 180 giorni.
180 giorni...sono quasi 200!
Cioè 2 volte 100!
2 quintali!!! (stavo andando bene, poi mi sono persa)
No. 200 giorni senza l'indispensabile. Non sopravviverò.
Dai, fatti male, elencati quello a cui devi rinunciare, su.
Innanzitutto al caldo torrido di un'estate all'italiana.
Alla pubblicità Mulinobianco, a Pippo Baudo, alla Fiat. Al mandolino, ai Terroni casinisti, ai Genovesi tirchi, ai Veneti no comment.
Al traffico (di auto, di gente, di droga).
Alla musicalità delle parole "ti amo", "grazie", "gnogno", "la vaca 'ta fat".
Alla pizza. (Quella del Panta con quella pasta così morbida e i funghi così burrosi quella che l'assaggi e incominci a dire cose sconce. E a chi mi dice "se fossi nato 20 anni fa" e poi mi picchia con un martello di gommapiuma e mi mette in imbarazzo chiedendomi "quante ore, signorina?").
E preparare gli esami ai giardini Margherita circondate da cani che rincorrono frisbee.
"Buonanotte Puffo", chi mai me la canterà in Russia rimboccandomi le coperte?
E...dio santo non ce la faccio più.
In fondo, cosa me ne faccio della Russia da quando hanno inventato le badanti?
(eppure ho le gambe che partono da sole)