воскресенье, августа 13, 2006




Sorriso.
Parata di ragazzini dell'orfanatrofio, seguiti dalla sanitarka, un giorno di caldo.


Io e Ksjusha.
Vera, la signora presso cui ho alloggiato a Sebastopoli sul Mar Nero.

среда, августа 09, 2006

Блин!

Блин, с фотками не хочется получиться.
Scusatemi. Esisto ancora, e ancora vi cogito, vi cogito ininterrottamente.
Amici e amiche cari, esisto ancora, lavoro ancora nel mio bel centro di bambini internati orfani invalidi e malati (ma simpatici come il sole, aggiungerei), abito ancora nella casa della vecchia Zinaida Sergeevna, la quale e’ convinta che io sia la sua badante.
(Riflessioni delle ore 23.45 a San Pietroburgo: pensare che una volta, quando ancora la Terra girava per di cosi’ e non per di cosa’, le badanti erano russe e lavoravano in Italia, poi si innamoravano e uscivano di testa. Adesso funziona al contrario, evidentemente. C’aveva proprio ragione mia madre quando mi parlava di termodinamica. Tutto si trasforma, questa e’ Fisica).
Poi continuo a camminare come al solito senza meta, a zonzo, e nel frattempo mi lascio deconcentrare da tutto cio’ che mi passa davanti agli occhi. Insomma, ho perso totalmente l’orientamento, e sono fiera di annunciare alla mia amica Caterina che non vesto piu’ solo di nero, bensi’ ho un armadio di vestiti sgualciti verdi rossi gialli e a fantasia. Leggo libri in inglese (J. Orwell, Crimethink, O. Henry), i rapporti della polizia, Dino Buzzati tradotto in russo, ma soprattutto come lettura amena mi leggo il dizionarietto italianorusso. Ascolto musica russa, francese, rumena, armena, spagnola, guardo film di Jim Jermush e documentary della National Geographic, la televisione non la guardo perche’ non ce l’ho. Pero’ quando c’era la Pasqua sono stata invitata dai vicini a guardare la messa ortodossa per televisione (oh, salve, grazie, si’ si’, scusate il ritardo, e’ gia’ iniziata?, mannaggia, a che canto liturgico siamo arrivati? No grazie, i pop corn al gusto di cavolo non li digerisco bene).
Una novita’: ho imparato a cucinare (davvero, sul serio, non sto dicendo cosi’ per dire, ho imparato a cucinare. Ho appena mangiato uno dei miei pure’, pure, un pure’ di pere che pare un pure’ di rape. Ma era buono).

Adesso, ordinatamente, vi parlo un po’ di me. Ma poi chiudo e passo ad altro, perche a volte mi autoannoio.
In luglio sono stata in vacanza sul Mar Nero, io e un’amica, abbiamo alloggiato da una signora che chiedeva 4 dollari a notte, la quale ogni sera ci raccontava storie di vita vissuta, un po’ stile telenovelas, e una sera mi ha commossa, e un’altra sera ci ha fatto le carte e predetto il futuro, e un’altra sera ci ha letto le sue poesie, e l’ultima sera mi ha riempito di scorte di cibo per il viaggio in treno.
Ho un timbro nuovo sulla settima pagina del passaporto, che mi fa sentire un po’ bandita un po’ fuorilegge, mi manca solo il tatuaggio da carcerata…
Sul lavoro, tutto procede, il mio amico Fabian (una presenza importante, un amico) dopo un anno di lavoro, e’ tornato in Germania per sempre, con l’intento di iscriversi a medicina e diventare una di quelle persone che non smettero’ mai di ammirare. Ciao, Fabian, ci si rivede.
I miei sono venuti a trovarmi la settimana scorsa a SP. Diciamo che sono stati un tantino sfortunati, hanno provato a imbrogliarli un po’ ovunque, hanno rubato loro soldi e documenti e la loro figlia li ha invitati sul lavoro all’orfanatrofio (che non e’ il luogo turistico piu’ bello di SP).
Ma procediamo oltre.
Sulla macchina da cucire nella mia cameretta di Kirovskij Zavod, brilla ora un nuovo mio personale computer portatile Dell, che accarezzo ogni 10 minuti con materno affetto. E’ per questo che sono riemersa sul blog. Buono.
Non so ancora quando esattamente rimpatriero’, in teoria i primi di ottobre, ma potrebbe anche essere che mi gira il pirlo di tornare a settembre, se posso. Tra non molto, comunque.

Poi ci sono le notizie dall’Italia. Vi elenco quello che so. So che ci sono dei bambini in arrivo in quel di Bologna. Per ora mi trastullo al pensiero di diventare zia di un piccolo Sbravatino, e non sto piu’ nella pelle al pensiero di appoggiare l’orecchio alla pancia della mamma (Mamma? Ma mamma, ma senti che bella la parola Mamma, non l’avevo mai notato… Be’ anche Zia non e’ mica brutta, ne’?) e urlare “lo Sbravatino scalcia!!!”.
So che ci sono dei dj laureandi in arrivo in quel di Bologna, dei levatesi laureandi in quel di Milano, della gente che continua ad andare avanti per la propria strada a testa alta, dei ristoratori Pantagruelici che sfidano un’estate da 40 gradi centigradi sgambettando tra i tavoli di Castelbelforte, che ho amici italiani gagliardi tuttora in Grecia, Taiwan e Spagna. Ma soprattutto Taiwan, vogliamo parlarne? Una mini chirurga che in gonna e camicia ben sitriate che squarta corpi e estrae organi, e che ogni giorno in mensa combatte per la propria sopravvivenza, cercando di leggere la parola pesce in un menu’ scritto in cinese. La qual cosa mi fa un po’ spavento, ma sono convinta che la mia Luarin sopravvivera’, e che come sempre sapra’ scegliere il meglio di cio’ che gli viene offerto (non sto parlando del menu’ ora, sto parlando in generale di questa sua esperienza di vita). Laurin, il resto che voglio dirti lo troverai scritto presto nella tua meilbocs. Sei forte, non dimenticarlo.

E poi ci sono gli Amori, quelli che vanno e quelli che vengono. Ma facciamo che rimandiamo il discorso e ora proviamo a pubblicare qualche foto (perche’ se devo stare qui a spiegarvi quanto sono inamorata, mi ci vuole ancora un’oretta buona).