суббота, октября 11, 2008

Capitolo XX: Come a Superquarche



Quel mattino d'ottobre l'umidità notturna ancora non si era levata dai campi arati, una vaga nebbia avvolgeva la casina posizionata dietro il castelluccio padronale, senza comunque nasconderla del tutto. Con l'affermarsi graduale del giorno l'aria umida si alzava pigramente, trascinando con sé il vago sciame di immagini oniriche venute a galla durante il sonno.

Gaspare e Zuzzurra quel dì tamburellavano annoiati le dita sulla seggiola di una più che spoglia sala d'attesa nell'ospedale di una Città che non menzioneremo per non farle pubblicità...

... dove potrete gustare uno squisito piatto di tortelli con la zucca ammirando il fantastico profilo del castello di San Giorgio, potete prenotare chiamando allo 0376...

Dicevamo dunque.

In quella sala d'attesa la gente parlava bisbigliando composta, come a non voler sporcare il candido silenzio ospedaliero.

-Oh caro, credo d'aver perso la prescrizione!

-O'mazz' (esclamazione popolare) Ste' (diminutivo dialettale di Stella) cha tristezz', io c'avrei mess' nu vas' di fiouri coloratt' dint' 'sta stanz', anz' avre' dipint' tutt' dd' ross'

-Abduhl matha hari kalì mal di panza ganesh deevà!

-(pronunciato orgogliosamente) Io è dalle otto e mezza che aspetto qui, Io, sa?

-(squarciando violentemente il silenzio con voce impaziente) Signora Zuzzurra prego!

Signorina, prego non Signora, la signorina Zuzzurra scattantissima al comando dell'infermiera si infilò lesta dentro l'ambulatorio, e sparì alla vista di coloro che aspettavano il proprio turno con la tipica pazienza dei pazienti.

-Data dell'ultima mestruaz...?

-(repentinamente)18 maggio 2008, dottoressa!

-S'accomodi, dunque (seguendo con sguardo perplesso la fintamente spavalda signora anzi signorina Zuzzurra).

...nella stanza silenzio, si odono solo le manovre di una mano esperta al computer...

-...cranio...

...millimetri...

...biparietale...sì...sì...

ecco qua...

uff...uff come è messo male, e dai girati!

-(la signorina Zuzzurra tra sé e sé) Quella messa male sarà lei dottoressa!

Ah sì eccolo...

hm...

silenzio prolungato, mentre la dottoressa continua a scrutare il computer, e la paziente coricata sul lettino allunga lo sguardo verso lo schermo cercando di riconoscere almeno una mano, una spina dorsale, un cranio, o qualcosa di umano, insomma.

-Lo sa il sesso del bambino?

-No.

-Lo vuol sapere?

-Sì

-E' un maschio.

Queste furono le testuali parole che mandarono in malcelato visibilio la signora, anzi signorina Zuzzurra in quella piccola stanzina grigetta del complesso ospedaliero di una città che non nomineremo. Un maschio! Ecco di certo si affezionerà tanto alla sua mammina e allora adesso come lo chiamerò Gaspare voleva una femmina mi sa oh come sono contenta è un maschio il cromosoma xy m'ha sempre affascinato di più sì sì meglio il maschio basta che però non faccia come tutti gli uomini sarà sicuramente molto sensibile... Tutta quest'accozzaglia di pensieri venne banalmente esternata con un

-Oh!-

perchè effettivamente alla signorina Z. non veniva in mente nessun commento intelligente a quella notizia che sulle prime le sembrava la notizia più importante del pianeta terra. Così importante, come se il pianeta in quel momento avesse dovuto interrompere il proprio moto sempriterno, la gente avesse dovuto smettere di lavorare, di soffrire, di mangiare, di copulare, di pensare, come se dal primo all'ultimo essere vivente, dall'artide all'antartide, sentisse con la medesima intensità l'emozione della signorina Zuzzurra e con lei la condividesse con un applauso, o con un canto, o con un'esclamazione fatta in milioni di lingue diverse.

Poco dopo, mentre ancora il Figlio Maschio era in onda sugli schermi di tutto il Mondo per essere più scrupolosamente monitorato, fu fatto entrare nell'ambulatorio il signor Gaspare, vestito per l'occasione con maglioncino nero pantalone cachi scarpe da tennis prestate dal suocero boxer di emporio armani (un affare al mercato del giovedì) e calze donia.

Gli fu data la notizia che il frutto del suo seme era maschio.

-(timidamente)Bene! Pensav' foss' 'na femminucc'...

(piano piano Gaspare prende confidenza con la stanzina asettica e irrompe coi suoi commenti più spontanei)

-O'maaaaazz' ma si ved' tutt' co' o'compute! 'A spina dorsale, 'Ste, e il cuoricino, o'mazz' u' Piccinin' nostr'!!!

-Come a Superquarche, Ste', con la sonda dentr' a' terra cha si ved' tutt'!

Uscirono finalmente dall'ospedale, lui potè aspirare profondamente dalla sua sigaretta arrotolata, lei, precisa impeccabile perfetta, riaccese il cellulare, ripose i documenti nella cartellina che avrebbe comunque perso da qualche parte una volta tornata a casa, si sistemò l'orlo del pantalone troppo lungo, intrecciò la mano in quella del suo compagno, lo tirò a sé per stampargli un bacio che lo riportasse sulla Terra (il suo interesse era già caduto ormai su degli straordinariamente enormi funghi commestibili cresciuti nonsocome nelle aiuole del parcheggio), e sorrise soddisfatta, baciata dal sole di una mattina d'ottobre.