четверг, апреля 20, 2006

Oooh

Sto urlando, voi mi sentite laggiu' in fondo?

суббота, апреля 15, 2006

Dio c'e'

Intro: Sono sana, sono salva, sono a San Pietroburgo (e non alla Cartieraburgo).
E...Amici, vi desidero!

Prima strofa: il Viaggio. Notte passata nell*aeroporto di Berlino. Io che volevo dormire e una georgiana che mi ha scambiata per una psicanalista e mi ha raccontato tutta la sua vita. Ore 7.30 a.m. volo diretto a SP, con la compagnia aerea Air Baltic: una delizia di volo, aereo antidiluviano a pedali (dal finestrino ho visto una mosca che ci superava e ci faceva il gesto dell*ombrello), l*aereo poi ha fatto ben DUE soste, la prima a Riga in un aereoporto di legno stile ikea completamente deserto, la seconda nella pista d*atterraggio di Tallin (colpa della polizia estone che ci ha "dirottati" per fare un controllo, non chiedetemi perche*). Alla fine sono atterrata a SP, totalmente intontita.
(E non mi sono ancora ripresa...)

Ritornello: oi Natasha hai fatto tu la piscia si* Dimitri ne ho fatti venti litri...

Seconda strofa: il Benvenuto nella mia nuova casa. Il quartiere fa molto stile staliniano (effettivamente non mi aspettavo di trovare palafitte palme e amache) con casermoni enormi, strade impantanate, spazzatura ovunque, fango fango fango sopra sotto a destra e a sinistra, tram del primo dopoguerra, file di vecchi mendicanti (che si presentano cosi*: uno accanto all*altro all*uscita della metro, tutti con almeno una stampella di legno -hanno piu' amputazioni che arti. Per fortuna che nei cortili dei condomini ci sono le altalene. Ma non i bambini.
La casa in cui abito e* niente male, ho una camera tutta per me bella grande, e 3 coinquilini. Nella stanza di fronte alla mia c*e* una babushka (=nonna) di 95 anni, aspirante contorsionista, ed e* vigliaccamente in gamba. Perlopiu* se ne sta nella sua stanza ad ascoltare una specie di RadioMaria ortodossa, e la cosa mi aggrada quando mi addormento sempre coi pope che recitano le litanie oltre la mia parete. Ogni tanto le porto una tazza di te', e si rivolge a me sempre cosi': " Sproshite, dorogaja, pochemu' u vas jest' takje krasyvyj ochi? " (=Dite, Cara, perche' avete occhi talmente belli?). Allora mi tocca fare la sminny. Poi c*e* una coppia giovane, Sasha e Alessia. Sasha e* un giovane russo che fa il burbero ed il cinico, ma l'ho sgamato subito che e' buono come il pane. Dopo la prima settimana, sono riuscita a scioglierlo. E adesso siamo gia' amiconi, lui si diverte a prendermi in giro (e d*altronde...come biasimarlo?) e io per vendetta gli vomito addosso frasi a caso in italiano. Insomma, e* lui la mia mamma qui in Russia. E* lui che mi da* i consigli, che mi cucina i piatti tipici quelli che fanno schifo, e* lui che mi sopporta. Buon uomo.
In casa non si nuota nel lusso. Vi spediro* le foto (prima datemi il tempo di svegliarmi da questo intontimento, sono ancora troppo concentrata nel capire cosa ci faccio qui). No, decisamente non si nuota nel lusso... (scusate, ora ci starebbe una bella descrizione della situazione economica russa, ma non sarei esaustiva ne* obiettiva ne* politically correct). Pero' e' pulita (mamma, stai tranqui), domenica poi mi ha preso la mania delle pulizie di primavera e mi sono vestita da badante e ho fatto partire la caccia al microbo.

Rit: Oi Natasha etc etc

Terza strofa: L*organizzazione che mi organizza il lavoro. Si chiama Deutsch-Russischer Austausch (trad. Scambio Russo-Tedesco): lo staff e* difatti composto da soli tedeschi e russi. Un cespo di teste bionde di cui io sono la pecora nera. E* un*organizzazione socio-culturale che ha molte iniziative interessanti, a grandi linee a sfondo sociale e culturale (organizza il nostro lavoro di volontari e lezioni di lingua per stranieri e mostre fotografiche etc).

Quarta strofa: Il lavoro. Ho cominciato solo lunedi' quindi ancora non ho molta esperienza e non conosco bene l'ambiente. Ma vi posso assicurare che il primo impatto e' stato pessimo. A parte che mi devo svegliare tutte le mattine alle 6.30 e farre letteralmente la lotta per entrare sul treno della metro (non avete idea di quanto si poga, non posso indossare gli occhiali esco tutta stropicciata...per fortuna che sono alta eh...), poi prendere l'elektrichka, una specie di trenino che attraversa la steppa ed e' pieno solo di babushke insciarpate fino agli occhi col solito palto' il solito cappellaccio i soliti stivalacci...30 km dopo, arrivo a Pawlowsk, un paesino di boschi e capanne di legno col camino che fuma e le cornacchie al posto dei piccioni. Dalla stazione mi faccio un quarto d'ora (ah, per fortuna durante tutto il tragitto sono in compagnia di ragazzi/e tedeschi miei colleghi) un quarto d'ora dicevo lungo un sentierino in mezzo al bosco...che va be' chiamarlo bosco mi sembra di fargli un complimento. Durante questo ultimo tragitto mi infango fin sotto l'unghia del mignolino. Ma poi finalmente si arriva ad un cancello, si stacca la quarta sbarra a partire da destra e ci si infila nel parco del Detskij Dom (Casa Dei Bambini). Qui le paludi sono piu' profonde ancora, si gira attorno all'orto con degli spaventapasseri spaventosi, del quale si occupano ragazzini disabili di circa 12 anni. Ah, il DD (Detskij Dom) e' un centro per bambini disabili (cosa aspettavo a dirlo?, mah). Poi arriva il bello. Le camere dei bambini, i corridoi, il salone, la saletta di noi volontari. Tutto molto colorato. Tanti giochi, disegni, seggioline. Poi pero' cominci a sentire pianti disperati, urla feroci, vedi seggiole con le cinture di sicurezza (per caviglie cosce polsi braccia collo e testa), l'odore si fa insopportabile, e una infermiera rincorre un bambino che sta scappando dal lettino, lo afferra e lo rificca al suo posto. E i bambini, poi vedi i bambini. Ma...mi permettete di rimandare l'argomento alla prossima volta? In queste sere sto tentando di decifrare un quadernone a ganci enorme, in cui viene descritta la sindrome di ogni bambino, cosa piace loro fare, cosa no, cosa sanno fare, di cosa hanno assolutamente bisogno. Alle mie coinquiline doctors: al mio ritorno vi racconto ogni piu' piccolo particolare medico... La cosa che meno mi e' piaciuta al mio arrivo e' stata l'atmosfera lavorativa... No, i miei colleghi sono davvero in gamba, sono forti, gentili, credo siano il meglio che i bambini potessero aspettarsi. Avro' molto da imparare. Le infermiere, tutte russe, invece, finora mi hanno fatto una bruttissima impressione. Nervose, aggressive, trattano i bambini come oggetti (i babini non vengono riconosciuti dal nome bensi' dal numero scritto sul lettino). Va be', spero di smentirmi presto. Ad ogni modo, l'ambiente e' professionale e competente. Sta di fatto che in questi giorni non posso lavorare perche' devo aspettare i risultati degli esami clinici, necessari per venire a contatto coi bambini. Esami che in Italia non ho fatto e che ho dovuto fare qui in Russia. E cio' mi ha dato l'opportunita' di visitare un ospedale russo. Mamma ti prego, non morire di crepacuore, e' andato tutto bene, gli strumenti erano tutti sterilizzati, ho chiesto esplicitamente di farmi controllare prima ogni ferro che mi ficcavano in corpo. Mamma, davvero, non c'e' niente di cui preoccuparsi (poi ti faccio un discorsino e te lo spedisco via email). Alla fine della giornata aspetto l'elerichka che mi riporti a casa, nel mio bel quartire operaio russo. Entro in casa che c'e' la badante della babushka, una tale Ol'ga che, mammacara, che personaggio. Fortissima, una pancia enorme, gli sgambirli sottili, vestita con una camiciona e la calzamaglia di lana (e sopra la calzamaglia...niente, la veste come se fosse un paio di fuseaux). E ogni giorno mi deve regalare uno schifo di pasticcino russo che mi tocca mangiare per forza.

Quinta strofa: La lingua. Eh, ragazzi, non e' facile neanche questo, qui in Russia. A volte mi incazzo. K chorty ai verbi russi di ottocentomila consonanti tutte attaccate, e k chorty a quel sorrisino ebete che mi stampo in faccia quando alla terza volta devo far finta d'aver capito. Ipocrita. Ma sto gia' facendo passi da gigante, grazie al mio amico Vocabolarietto. Sono forte, sono forte, sono ffffforte. (Se non mi do' un po' di sano coraggio, e' finita gia' in partenza). Insomma, riesco a comunicare a sufficienza. Certe sottigliezze, pero', mi danno sui nervi.

Sesta strofa: Potrei andare avanti ancora per altri sei volumi. Mi sa che tutta questa esuberanza di parole sia dovuta al clima russo, ora giustifico perfettamente un romanzo in tre volumi di Tolstoj (Lev, ti ho capito solo ora, scusami). Vi racconterei dei luoghi turistici, delle usanze della gente, dell'acqua di SP che bisogna bollirla e filtrarla, della peggior toilette di SP, di quella volta che ho chiesto un panino col cane (volevo dire salame e ma non mi ricordavo come si diceva), dei miei pensieri, dei miei sogni, del luogo piu' underground di SP, della spiritualita' che mi ha quasi all'improvviso assalita, del sole che tramonta alle 22 passate. Ma non posso. Voglio sapere di voi. State tutti bene? Scusate se non mi sono fatta sentire per molto tempo, ma qui i contatti non sono facili. Ora sono seduta in un internet point sulla Nevskij prospekt, ho il primo giorno libero da quando sono arrivata. Ho spedito qualche centinaio di cartoline gia', ma presumo che le poste facciano schifo per davvero... Una cosa ho scoperto: che la Russia non e' affatto una leggenda. Ancora non mi vengono le parole per descriverla. E neanche quelle per dirvi quanto [ ].
E qui chiudo, senza parole, ma semplicemente dedicandovi un ballo di S.Vito.

пятница, апреля 07, 2006

Se fosse gatto mao se fosse cane bao se fosse tardi ciao

...
E se fosse Pingu?!
Se fosse Pingu, me ne vadu ramingu...

среда, апреля 05, 2006

Arrivederci amore ciao...

Sciò, sciò. Facciamo un po' di posto in questo blog agli amici colleghi del ristorante pizzeria Pantagruel, nonchè alle amiche colleghe coinquiline compagne di vita Bolognesi.
Allegria, sono Mac Bongiorno, rispondete alle domande di questo quiz fotografico:
Domanda storico-antropologica:
Chi fu l'inventore della burla chiamata comunemente 'fare le corna al vicino in posa per la foto'?
Domanda numero 1:
Chi dei tre NON sta fingendo?
Domanda numero 2:
Trova le differenze.
Domanda numero 3:
Quanti capelli fuori posto riuscite a contare in tutto?
Ognuno ha il suo buon vecchio aneddoto da raccontare...
Chi ha cercato di uccidere chi, semplicemente infestando la cucina con puzza di pesce? Cosa fece quindi VuGì (Vostra Grazia)?

Quando Sergio fa questa espressione, è perchè ha appena finito di dire:

  1. Je suis teròn.
  2. Allergici a niente di naturale, Signori: spezie aromi...?
  3. Il leccalecca è obbligatorio, Signori. L'alternativa al leccalecca è questo, eh eh (mostra un martello pantagruelico e schiaccia l'impugnatura di plastica per far sentire la scoreggia).
  4. Vado a incendiarne una, poi torno.
  5. Dai Mac, lo sai che scherzo sempre... Sei bellissima!
  6. Sii comma a scumma in miezzo re chiappe u cavallu re Belleromunne in coppa a saliute re Capodimonte.
  7. Che begli occhi che c'hai, peccato che siano in mezzo a una faccia da culo.
  8. Mi sun cresì a Guvernol.


Su cosa poggia il mio didietro? Perchè Sergio ridacchia sotto quei baffetti tagliati fini fini?

...Ehi, amici e colleghi: grazie per la serata indimenticabile. E per aver orchestrato la sorpresa coi mortaretti scoppiettanti. E per il saluto allegro e illacrimato. E per essere sempre unici.

Vi lascio con la tachicardia galoppante. Il mio non è un abbandono, un ciaociao chis'èvistos'èvisto. Non viaggiamo egoisticamente per noi stessi, ma per migliorare di fronte alle persone cui vogliamo bene. Viaggiamo, inizialmente, per perderci. E viaggiamo, poi, per ritrovarci. Viaggiamo per portare quel poco di cui siamo capaci, nella nostra ignoranza e sapienza, viaggiamo per essere sempre giovani e sciocchi, per rallentare il tempo ed esserne catturati, per innamorarci ancora una volta. Avverrà una formazione, non una deformazione, statene certi. E io non sentirò nostalgia perchè vi porterò ovunque vada (infatti in valigia ho un pezzo di puzzle personalizzato, un porco salvadanaio, una maglietta verde da barista con la P ricamata). L'Altrove aggiungerà solo un fremito particolare a quel sentimento d'identita un po' troppo sbiadito tipico del Sognatore.

Tenete le mani aperte, tutta la sabbia del deserto passerà nelle vostre mani. Chiudete le mani, non otterrete che qualche granello di sabbia. (Dogen)

Basta così con le emozioni vissute buddisticamente dall'esterno, senza contatto. Mi ci ficco mi ci tuffo mi ci annego, nel Patetico, nel Sentimento.

...ed ora silenzio... ed allegriaaa!

Orecchie aperte


Venerdì 7 aprile dalle 13.10 alle 13.50 circa, sintonizzatevi sulla stazione radio 94.7 e 96.250 (ascoltabile a Bologna, Modena e Ferrara). Sarà la prima puntata di un programma radio sull'Universitario e tutto ciò che gli ruota intorno. Argomento in programma per venerdì 7: Elezioni. Se siete di Bologna, fermatevi davanti alla vetrina dell'Arci Sestosenso, nido della radio di cui sopra, oppure se non siete in zona, visitate il sito www.radiocittadelcapo.it, e cliccate su Ora in onda.
Di più non so dirvi.
Sono ansiosa di sentire le good radio vibration nuotare nell'etere. Il mio cuore pulserà al ritmo della voce di Colei che parlerà al mondo con cuffie e microfono dalla postazione radio del Sestosenso. A Colei auguro un buon esordio nel mondo del giornalismo, nel mondo della radio bolognese, nel mondo che venerdì aspetta solo lei.
Mi si gonfia il petto a pensare che io e questa Colei siamo Amiche.