воскресенье, мая 14, 2006

Lo gnal

Dopo piu' di un mese dal mio arrivo, non sono ancora riuscita ad appoggiare per bene il mio sedere sulla Russia. Sai quando ti muovi sulla poltrona alla ricerca della posizione piu' comoda e poi la trovi, la posizione giusta e comoda; sai il primo giorno di scuola dell'ultimo anno, ti siedi e punti i gomiti sul banco, il tuo banco, quello col tuo nome intagliato e la cicche masticate dei tuoi ex appicciccate sotto ad arricchire la collezione; quando insomma trovi quello che in dialetto si chiama gnal (parola bellissima che mi ricorda le cellette delle api nell''alveare). Qua in Russia non ho ancora trovato il mio gnal, e anzi sono ancora in piedi, mi sento ancora un po' in prestito, tengo gli occhi aperti di dietro durante il giorno e uno solo aperto durante la notte, ogni giorno e' diverso dal precedente, rivesto ogni attimo che passa di fascino russo, tocco tutto, miro e rimiro, assaggio, tasto, sbuccio, bevo, prendo nota.
Vivo in una citta' onirica, strana, magica, ambigua, perturbante. E non lo dico cosi' per ripetere cio' che gia' Gogol' o Pushkin hanno scritto di SP, che in tal veste la descrissero, ma perche' e' indubbiamente cosi'. SP punta dritto all'inconscio e lo scuote come una lattina di Coca Cola (anzi di Pepsi dato che Pelevin chiama i giovani russi "generazione Pepsi"). Questa lattina di Pepsi poi scoppia ogni notte in una schiuma di immagini oniriche che si mescolano alle immagini delle mie giornate intense ed al fondo melmoso del mio Io, che basta smuovere un po' per rendere subito tutto completamente torbido.

'acca, mi son persa. Cosa stavo dicendo?

Ci sono delle immagini, che emergono dal torbido piu' di altre...

Il sole che tramonta alle 23, quella sera che sono salita sui tetti di SP come i gatti, come cancamini cancamini spazzacamin, come nei film, come la gente che all' improvviso si sente le piu' felice del mondo.

La mia nonna (babushka) che mi racconda la leggenda di quella fanciulla che era stata data in sposa ad un tataro mongolo e piangeva piangeva piangeva, poi salta di argomento in argomento e colgo solo che da piccola aveva 14 fratelli e tutti dormivano in una latschuga (tugurio) sul Mar Nero, poi le scende il sorriso e dal nulla comincia a insultarmi per non aver fatto qui e non aver fatto la' , cose assurde che si sogna di notte (e allora vuol dire che e' stanca e nervosa, le accendo la radio con le preghiere ortodosse e me ne vo').

La Ljena che afferra il vasino della Ljuba, ci guarda dentro con espressione curiosa, il volto le si illumina, e comincia a lanciare la cacca come fosse neve per tutta la camera. Talvolta le prendono di questi raptus alla Ljena, e allora un po' mi incazzo soprattutto se lo fa 5 minuti prima della mia pausa pranzo. Dopo una sera di lavoro al Panta uscivo con le tasche piene di soldi e di lecca lecca di Sergio, dopo una giornata lavorativa al DD nelle tasche trovo solo della m... kakaja raznitsa...

Pero' il giovedi' faccio il bagno alla Ksjusha, che e' cosi' piccola da starmi su un braccio (ha 10 anni, signore e signori), le spalmo l'olio su tutto il corpo, la massaggio e la avvolgo nel suo asciugamano tutto strappato e finalmente me la posso annusare e baciare con immenso piacere (non sempre i bambini profumano, il bagno non si fa nemmeno tutte le settimane).

Curiosita' da settimana enigmistica: i cimiteri russi sembrano parchi gioci per bambini, ovunque staccionate di legno colorato, fiori di plastica enormi, croci allegre in legno anch'esse, e all'interno di ogni piccolo recinto una panchina e un tavolino ai quali si siedono amici o parenti a ricordare il defunto con un tscut tschut di vodka e da un pezzo di pane nero per asciugare.

La campagna russa, perlopiu' deserta, non e' verde la campagna russa, e' nera, signore e signori, e' tutta sterpaglie che vengono di volta bruciate, e tutto e' cenere.

La datscha in cui ho trascorso il weekend del primo maggio, al confine con l'Estonia, insieme ad altre volontarie tedesche russe armene. Per me, il Paradiso: il nulla attorno a noi, campi campi campi, il laghetto a pochi metri, l'odore del legno, la stufa in cucina, la sera chiara, la notte stellata senza rumori, la capanna di legno staccata dal resto della casa dove siamo andate a lavarci e la stufa fa cosi' caldo che la capanna diventa una vera e propria sauna, e poi Olja che sembra una rusal'ka russa, se ne va nuda a passeggiare per i prati e rinfrescare il corpo, incurante delle stelle che la stavano a guardare, e i letti a castello, e la colazione col latte di capra e le uova sporche d'erba e ancora calde di utero di gallina, e noi donne che ci riuniamo a pranzo sporche di lavori di campagna e ruttiamo come uomini. (Eh, l'emancipazione femminile ha messo radici anche qui).

Il 9 maggio, giorno della vittoria, paratamilitare nelle vie del centro, spettacolo imponentemente ridicolo, stile russo. E 'sti veterani che non si reggono piu'in piedi dal peso delle medaglie che hanno appese alla giacca.

Il moloko, che mi fa venire la diarrea a solo guardarlo.

L'infermiera corpulenta con gli occhietti cattivi infossati nelle guance rovinate da 72 inverni russi e una strashnaja dentatura metallica.

La gente che incroci per strada, che si siede accanto a te in metro, la Gente. E' piu' banale del banale, chiusa, seria (non posso dire triste, e' semplicemente senza espressione), se chiedi loro informazioni per strada fanno finta di non averti sentito e tirano dritto. (Come e' umano lei...). Poi se pero' capita per caso di scambiare le prime due parole con una signora di mezza eta' per esempio, questa ti racconta tutta la loro vita, si interessa di te, mi chiede come si chiamano i mie genitori, racconta di se' con lo sguardo perso nel vuoto, e quando ascolta mi perfora con gli occhi. E poi alla fine mi lasciano tutti il loro numero di telefono, scritto con una calligrafia obliqua e riccioluta.

Poi ci sono anche le immagini che ho di voi.
La mia mamma che a scuola pensa a me, torna a casa e getta la pasta per edo e pensa a me, fa un sonnellino sul divano, russa e pensa alla Russia. Mio papa' che aspetta mie notizie e fa il Giampiero della situazione sul divano, col giornale, come tutti i papa' che si rispettino. I miei genitori in chiesa uno che pensa a chissa' le serviranno vestiti piu' leggeri adesso che fa caldo, l'altro che pensa perche meglio inviarle le coordinate bancarie via email che via posta dato che il sei percento e radice tangente del quadrato di infinito, tutto tra parentesi quadre firmato Pimespo. Mio fratello che marina, che c'ha lo scooter, e aspetta il sabato sera, come tutti i fratelli che si rispettino.
La Laura fresca di primavera che da un libro di Microbiologia tira fuori racconti fantasiosi di terre lontane in cui regolarmente la gente vive a testa all'ingiu', mangia pastasciutta ride ed estrae spaghetti dal naso come una prestigiatore, fa l'imitazione di Elizabetta-Bobo-Azeglio, si guarda sconsolata allo specchio di fronte all'enesima menifestazione allergica ed e' bella perche' ride.
La Vale che programma paragrafo per paragrafo, si fa le tabelle di studio, si sveglia al mattino bella come un'egizia col kimono e le collane cubane e invece di Buongiorno dice "sono indietro" e allora ha bisogno di essere abbracciata o di una pera di insulina. La Franci semplicemente perfetta, sempre, silenziosa e misteriosa con quel jeans tirato su e i piedi a papera, che apre le finestre di via Rialto per dar aria alle lentiggini.
La Agna, che trasmette alla radio di Bologna, legge legge legge, ride e fa ridere, porta le pizze ai tavoli con uno sculettio tutto speciale, che pensa alla tesi e a New York. La Cate che va e torna dalla Spagna in continuazione, gia' abbronzata come una mexicana, elegnate, vulcanica, che torna a lezione dopo tanto tempo e si sente come una scolaretta, che ha 100 uomini in ballo. Le Marsaline e le Rialtine insieme che che chiamano una pizza, che bevono il caffe' sul futon, che riescono a ripetere a voce anche ai giardini margherita, che ridono fino a star male, che parlano di sogni, che si abbracciano tutte insieme, che vanno avanti insieme tra lezioni, avventure, frasi celebri, nuove scoperte, entusiasmi, e nel weekend sgambettano per il Panta. E io qui, che faccio?
I colleghi del Panta, che farebbero meglio a non cambiare di una virgola. Non sapete come ho voglia di dire un po' di stupidate con voi. Ho voglia di vedere la Patty che insegue i gatti per la veranda, di vedere la Rachele con gli orecchini nuovi o con un nuovo colore di capelli, di servire i nonni coi loro quartini di rosso, ho voglia di Mirco semplicemente perche' mi ispira fiducia, di sapere della vita della Jele, di raccontare aneddoti stupidi attorno a un posacenere, ho voglia di sentir parlare Silvio, di sentirmi alta accanto a Christian, di fare gli scherzi per radio col Moro, ho voglia di sentirmi dire da Sergio una delle sue poesie d'amore in quel suo dialetto che parla di schiuma del sudore in mezzo alle chiappe del cavallo di Bellomonte sulla salita di Capodimonte. Ho volgia di Panta.
E poi ci sono i miei amici quelli che si torvano tutti a PizzaaltagliodaKetty, che vivono a Bologna Parma Modena la vita da studente, e chissa quante altre vite. Silviareca Gloria Ronny Durry Lollo Marco Ciube Ambra Bea etc. Vi dico solo che penso a come sarebbe bello se mi veniste a trovare, se potessi stare un po' con voi invece che trovarmi in cucina con quello stronzo di Sasha (Sasha e' il mio coinquilino, che ha una considerazione di me pari a quella che avrebbe per un'oca, perche' e' facile prendere in giro chi non sa parlare e balbetta alla ricerca della parola giusta, russo di un Alexander Sergjevic Ljunov detto Sasha, pfui!).

Va be'. Per il resto va tutto xorosho. Il lavoro mi piace, i bambini non sono cosi' brutti e puzzolenti e schifosi come mi erano sembrati il primo giorno. La citta' esteticamente e' il meglio che potessi immaginare, diciamo che esteticamente e' la mia citta' ideale, stilosa come nessun'altra. La gente ancora non ho imparato ad apprezzarla, a volte ha un atteggiamento che non capisco, ma perlomeno coi miei colleghi volontari mi trovo molto bene. Le foto arriveranno ariveranno. Non so, che dimentico? (ho fretta di lasciare il computer, tra un po' la metro chiude e allora so' fottuta). Dimentico di dire che il mio gnal in Italia gia' mi manca, e mi rasccomando non datelo a nessun altro quello gnal, perche' e' mio e solo mio e lo difendo coi denti e mi ci siedro' di nuovo. Tra meno di cinque mesi.

12 Comments:

Blogger Unknown said...

C'è anche un Ivano che ti aspetta.
Non sa perché, però aspetta.
Perché lo gnal si può avere dovunque, comunque e quantunque, e perché ho appena finito di scrivere il mio monologo teatrale e necessito di una mongola che me lo legga.

2:21:00 PM  
Blogger @nn@ said...

Lacrime e sorrisi. Brividi e sudore. Emozione e curiosità. Nostalgia e voglia di coccole. Mac, mi spiazzi come al solito. Mi fai aprire gli occhi su questo mondo pieno di mondi. Mi fai sentire stupida perchè mi chiedo cosa mettere addosso oggi, quando al mondo c'è gente che non sa cosa mettersi in bocca oggi. Mi fai crescere, mi fai conoscere la Russia, posto a me totalemente estraneo. Mi fai venire voglia di salire sul primo aereo, solo per venire da te abbracciarti, baciarti e mostrarti l'apparecchio. Mi fai sentire orgogliosa per quello che sei, per quello che dai e per tutto ciò che stai facendo. Non puoi immaginare quante volte ti penso e mi sembra di vederti gironzolare per la steppa. La mia Mac, speciale, unica, matta come un cavallo matto. Bella come il sole. La mia Mac che mette tutto l'amore di cui è capace in quell'asciugamano strappato. Wow! La Mac! Solo a pronunciare il tuo nomignolo mi sembra di averti qui.
E lo gnal? Quante cose vuol dire lo gnal: sai credo che tu lo gnal ce l'abbia già dentro e devi solo trovare l'angolino giusto dove posizionarlo. Quando la scorza(con la O aperta, se no sembra una flautolenza!), dicevo, quando la scorza russa inizierà a creparsi, lo gnal potrà intrufolarsi e reclamare il suo posto di diritto. Sai, parlando di casa, di nido, di calore mi è venuta in mente una canzone degli U2...Non so, si chiama "Walk On" e mentre ripetevo le parole di Bono - che essendo Bono ne sa a pacchi - ti pensavo, e mi sembra parli anche di te...Parla di forza di volontà, di viaggi, d'amore e di forza...Xciò ti dico "Va' avanti, tieni duro e sii forte come sai esserlo!"
Noi qui terremo caldo lo gnal, così quando tornerai non sentirai più freddo.
T'amo.
Agna
P.S.= Mi hai fatto venire uno sciopone quando mi hai chiamata..Ero la persona + felice del mondo! G-R-A-Z-I-E!


And love is not the easy thing
The only baggage you can bring...
And love is not the easy thing....
The only baggage you can bring
Is all that you can't leave behind

And if the darkness is to keep us apart
And if the daylight feels like it's a long way off
And if your glass heart should crack
And for a second you turn back
Oh no, be strong

Walk on, walk on
What you got they can’t steal it
No they can’t even feel it
Walk on, walk on...
Stay safe tonight

You're packing a suitcase for a place none of us has been
A place that has to be believed to be seen
You could have flown away
A singing bird in an open cage
Who will only fly, only fly for freedom

Walk on, walk on
What you've got they can't deny it
Can’t sell it, can’t buy it
Walk on, walk on
Stay safe tonight

And I know it aches
And your heart it breaks
And you can only take so much
Walk on, walk on

Home… hard to know what it is if you’ve never had one
Home… I can’t say where it is but I know I'm going home
That's where the hurt is

I know it aches
How your heart it breaks
And you can only take so much
Walk on, walk on

Leave it behind
You've got to leave it behind
All that you fashion
All that you make
All that you build
All that you break
All that you measure
All that you steal
All this you can leave behind
All that you reason
All that you sense
All that you speak
All you dress up
All that you scheme…

3:54:00 PM  
Anonymous Анонимный said...

Stai sicura che il tuo piccolo gnal non verrà toccato, è qui, che ti aspetta, che conta mesi, giorni ed ore per rivederti e fare quattro risate insieme...intanto te lo teniamo in caldo pensandoti, parlando di te e di come fare per venire a trovarti!Le tue parole entrano dentro e ed il desiderio di riabbracciarti è forte ed irrefrenabile!Entro nell TUA stanza di via Rialto, mi siedo sul TUO letto,sospiro domandandomi che ore saranno da te e cosa starai facendo, poi guardo la Lal le dico"mmmm mi manca la Mac!"e lei mi zittisce e tira fuori l'agenda per contare le settimane libere che ha e trovare un buco per infilarci un viaggio da te...Chissà,magari un giorno prese da"storie di ordinaria follia"invece di decollare verso ovest, ci vedrai sbucare dal tamonto delle undici di sera..canticchiando"IL cobra non èèèèèèèèèè un serpente..."
ami tomai liubliu

3:54:00 PM  
Anonymous Анонимный said...

Per il resto va tutto XOROSHO.

Ci ho messo 3 giorni a dare un significato a questa parola, che tu usi invece con cotanta leggerezza scommettendo sulla nostra cultura russa, ma ahimè, scommetti male. Xorosho, Xorosho...e che significa?
Finito di leggere il tuo post, controllato che da fuori il mio aspetto fosse ancora normale, ho avuto mal di pancia. Perchè non so cosa significa xorosho, intendo, è questo il problema.

Ti ho riletta più volte, tu, Sminni e Il Suo Senso per La Russia, e ho colto immagini che sai descrivere così bene, come l'asciugamano rotto,come la gente in metro, come la nonnina che si acquieta con la radio,come il recipiente reso torbido dalla mescolanza dei sogni e della realtà, come la città di san pietroburgo che grazie a te mi sarà sempre un po' più cara di prima, e sono fiera di te che le vivi con passione.

Poi leggo di te che pensi a noi, e allora, xciorto mac, o come cavolo si scrive, ma allora proprio metti il dito nella piaga! lo gnal!il tuo fantastico gnal è qui di fianco a noi, già apparecchiato per il tuo ritorno, con la tazza, l'acqua, e tutto quello che serve.
Ma non pensarci troppo. C'è, puoi starne certa.

E lì fuori, nel mondo, come la servono l'acqua calda?

Ti bacio appassionatamente

Ps:il bombo ti saluta

11:24:00 AM  
Anonymous Анонимный said...

Sei una poetessa... tutto ciò che descrivi mi arriva direttamente negli occhi e nella mente, come se vedessi e provassi tutto ciò che tu vedi e provi... e,sinceramente,non so dirti se mi fa stare bene o male... soprattutto perchè so che tu sei lì e noi qui a far la 'bella vita'... ma non pensare di essere sola donnina. Noi da qui ti pensiamo molto e sono sicuro che i nostri abbracci,seppur lontani e virtuali, non perdano quel calore che permette alla persona che li riceve di sentirsi a casa (+ o - ....d'accordo...),circondata e protetta dal male del mondo.
Non so se riusciremo a venirti a trovare, ma so che riusciremmo a venire a prenderti se ce ne fosse davvero bisogno. Un bacione, Ronny.

12:39:00 PM  
Anonymous Анонимный said...

ma ci sei! ti davo assente sino a dopo l'estate, chissà perchè.. ora mi metto comoda e ti leggo.

10:14:00 PM  
Anonymous Анонимный said...

L'unico rimedio se ti senti sola è la Vodka..c'è poco da fare...devo essere io a dirtelo!?!? Eheheh scherzo nani...Hai imboccato questo sentiero volontariamente e molto coraggiosamente...Era ovvio che dei problemi li incontravi ma in quale posto al mondo non si incontrano problemi? Stringi i denti...non abbassare lo suardo.."Non ce n'è veramente motivo!" Mille baci...Tuo Marco(Ghet vargogna?)

9:18:00 PM  
Anonymous Анонимный said...

...difficile riassumere su una pagina di un blog le emozioni, i pensieri, gli odori, i colori, i ricordi che ti bombardano ogni giorno, vero!? ogni tua frase è così densa-piena-ricca di sesazioni...come se tu avessi dentro un vulcano in ebollizione! le tua parole toccano commuovono...e allo stesso tempo bruciano! e devo ammettere che mi fanno sentire una merda! tu là, io qua. tu a toccare con mano,immersa nella vita. io alle prese con tassi e indicatori, a fare congetture e calcoli su mondi tanto lontani. quante domande avrei da farti Chééé!!! MA la TUA NONNINA RUSSA NON HA un TEL, un INDIRIZZO!?!?!? Vorremmo sentirtiii!!! cmq qui noi polle il nido te lo teniamo caldo! caldo e accogliente! non vediamo l'ora di riabbracciarti! basìn!!!

12:18:00 PM  
Anonymous Анонимный said...

Donna,
dobbiam parlare perché dobbiamo documentare..
qndi vedi un po’se la cosa ti può interessare
Regia: G.Peassolini
SceMeggiatura: Makkarius FrankesKà
Anno: 2006
Nazione: Russia
Distribuzione: Warner Bronx
Durata: 9mesi( un parto)
TRA-ma e mo: San Pietr O Burgo…(ah,ora tocca te continuare a raccontare cosa la nostra protagonista, Indiana Makkari, sta a combinare senza XDERSI d’animo come solo LEI può fare!)

Allora ci stai?Dato che siam in tema di elezioni e te le stai xdendo, puoi recuperare rispondendomi, votando:
a)Si, ovviamente accetto
b)No, che occasione unica! Sono della squadra!
Che faccia stai facendo?!Ah, forse non ti ho dato l’occasione di rifiutare..tutta colpa dei brogli elettorali ke noi gente sinistra…tendiam a fare a differenza del nostro caro EXXXXX presidente operaio!BACIOnééé

9:16:00 PM  
Anonymous Анонимный said...

per essere lì da solo un mese mi sembra che di cose da raccontare tu ne abbia già parecchie...in realtà non è che non hai trovato il tuo gnal, semplicemente hai paura di accomodartici perchè pensi che così facendo ti ci abituerai troppo, e bene, e allo stesso tempo hai paura di perdere quello che hai qui!
tranquilla, nessuno te lo tocca, guai! vai mac, adagiati! un bacione

6:02:00 PM  
Blogger FraMac said...

(tornata. già in italia da esattamente un mese). eleggo ufficialmente Gnal della settimana questa poltrona floreale con le molle che spuntano situata in via marsala, e la eleggo gnal ufficiale della settimana. sono spaparanzata con le gambe in aria e un portatile che mi scalda le cosce, e un'ebbrezza d'amore allegria amiciziavera che mi circonda. cosa voglio di più?
(ah, ehi ragazzi ma è uno sbaaallo, spremute d'arancia bicchieri di cristallo, se questa è la vita a bologna ehi he, poi tanto male non è. ma-che-sventola di poltrona mi sento gia stordita, la russia di prima mi puzza di vecchio, ragazzi in pista guardate chi c'è, il principe mac, che abbraccio vi fare-he-ei. yooohooo)

12:07:00 AM  
Anonymous Анонимный said...

Where did you find it? Interesting read » » »

10:32:00 PM  

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